Ko Shin Moon è un progetto musicale francese formato a Parigi nel 2017 da Niko Shin e Axel Moon, nato da una visione condivisa di esplorazione sonora e ibridazione culturale. Il nome della band è un omaggio a un album exotica del musicista sperimentale giapponese Haruomi Hosono, a testimonianza della loro profonda ammirazione per gli artisti che sfidano i confini e fondono sonorità globali con sensibilità d'avanguardia.

Il progetto è nato al ritorno di Axel Moon da un viaggio di quattro anni in India, dove ha collezionato strumenti folk tradizionali, e si è riunito con Niko Shin, che aveva allestito uno studio ricco di sintetizzatori analogici e apparecchiature di registrazione vintage. Questa convergenza tra patrimonio acustico e sperimentazione elettronica è diventata la base creativa del suono retro-futuristico dei Ko Shin Moon.

La loro musica fonde strumenti a corda tradizionali orientali con macchine elettroniche analogiche, creando paesaggi sonori immersivi che fondono psichedelia, space disco, cold wave ed elementi etno-musicali. Ispirandosi a una variegata schiera di innovatori – tra cui David Byrne, Bill Laswell, Jah Wobble, Ryuichi Sakamoto, Ilaiyaraaja e Patrick Cowley – il duo crea un'estetica cosmopolita ed eclettica, definita da contrasto, eclettismo e rispettosa fusione sonora.

Le performance live di Ko Shin Moon sono dinamiche e trasformative, concepite come esperienze sia di ascolto che di danza. Si sono esibiti nei principali festival di musica d'avanguardia e world music in Francia e a livello internazionale, tra cui Trans Musicales, Nuits Sonores, Paléo Festival, Francofolies, Winnipeg Folk Festival, Montreal International Jazz Festival e Beirut and Beyond. I loro tour hanno toccato Europa, Regno Unito, Nord Africa, Levante e Canada.

Nel corso di tre album e numerose collaborazioni dal vivo, Ko Shin Moon ha sviluppato una serie di uscite "in miniatura" con artisti come la cantante greca Mélina Vlachos e la cantante turca Melike Şahin, nate da scambi creativi durante residenze in città come Il Cairo e Giaffa.

Con un credo radicato nel cosmopolitismo, nell'esplorazione e nell'ibridazione, Ko Shin Moon continua a tracciare un percorso unico all'incrocio tra tradizione e futurismo, creando paesaggi onirici ultraterreni ma stranamente familiari che trascendono genere e geografia.